Ci sono luoghi in cui entri e senti subito che c’è una storia che continua. Da Carbonè Meat House quella storia profuma di brace, di tradizione e di mani esperte che la carne la conoscono da tre generazioni. Mario e Pietro Carbone hanno trasformato l’eredità di famiglia in un luogo moderno, curato, con un banco carni che parla prima ancora di loro. L’atmosfera è elegante, viva, di quelle che ti fanno sentire dentro un’esperienza, non solo dentro un ristorante.

Siamo stati qui per la presentazione del menù autunnale, un percorso pensato per raccontare la stagione attraverso consistenze morbide, profumi intensi e accostamenti che sorprendono senza mai forzare.

L’amuse bouche con le bollicine è stato un piccolo inizio piacevole, il modo giusto per aprire il palato con delicatezza.

Il carpaccio di manzetta prussiana con porcini, crema di pecorino e nocciole ha portato in tavola l’autunno in una forma elegante, tra morbidezze, tostature e profumi avvolgenti. La crema di fagioli di Controne è stata una parentesi calda, quasi confortante, resa ancora più piacevole dal tocco aromatico dei crostini.

Il mischiato potente con patate viola, provola e guanciale ha raccontato la Campania con un sapore intenso e colorato, un piatto che scalda e convince per naturalezza.

Poi l’arrivo delle carni, il momento che più rappresenta l’anima della casa, la delicatezza della manzetta beneventana, la profondità della vacca vecchia, entrambe cotte con una precisione che non lascia spazio al caso. In accompagnamento, i friarielli e quella purea morbida che chiudeva il cerchio.

Il tiramisù finale è stato una chiusura dolce e familiare, esattamente ciò che serve dopo un percorso ricco e appagante.

Carbonè è uno di quei posti in cui senti che la tradizione non è mai ferma, evolve, si affina, si rinnova, ma resta autentica. È questo, forse, il motivo per cui si esce già pensando di tornare.

Carbonè Meat House